le mie Marche

Il sublime interprete di Raffaello

Arte e Cultura

” Non c’è pittore meno creativo di lui, però sublime”  afferma  Vittorio Sgarbi ” uno del Seicento smarritosi nel Quattrocento”.
Giovan Battista  Salvi detto Il Sassoferrato nasce nelle Marche anconetane, in un paese vicino a Fabriano che si chiama Sassoferrato,  nel 1609.  ( Piacevole è il rione Castello dove è possibile ammirare la Rocca Albornoz e il Museo. )
Apprende i rudimenti pittorici da suo padre, anch’esso pittore in Sassoferrato ma poi si trasferisce a Roma  dove frequenta la bottega del Domenichino , nel rione Monti, sotto l’influenza di Francesco Albani e Guido Reni , la sua pittura s’ispira a quest’ultimo  ma anche  ad  Albrecht Dürer  e  Hans Burgkmair .  Ai tedeschi pare voler  lanciare una sfida: mitigare la loro durezza con qualcosa di molle, trasferendo le loro immagini in una dimensione di marzapane, come in una  favola trasforma l’ inquietante in un bel sogno  con tutti i colori ai posti giusti, un mondo irreale ma in cui sarebbe bello vivere.

( sopra: a sinistra una xilografia  Hans Burgkmair il vecchio, 1519 , a destra Betsabea al Bagno di Giovan Battista Salvi )

Ma è soprattutto da Raffaello che si sente davvero attratto e con cui si misura continuamente,  specie  quando rincorre il bello ideale delle sue forme.
L’ideale di Raffaello  si rincorre continuamente nei suoi dipinti ,la sua attività è frenetica e generosa, egli vuole continuare il cammino dei suoi ispiratori, indifferente al tempo e alla storia.

Bravissimo ed intenso nella ritrattistica.  ( nella foto sopra: Ritratto di Monsignor Ottaviano Prati, Galleria nazionale Barberini a Roma

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