le mie Marche

Colpaola e l’ imprenditore illuminato.

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L’imprenditore di Matelica ha acquistato e ristrutturato la tenuta Colpaola

Francesco Porcarelli: nelle Marche si torna a vivere, ma bisogna difendere e valorizzare il territorio

Nelle Marche ci sono luoghi che hanno “più significato”. Si tratta di un concetto che è molto caro a chi segue questo blog “lemiemarche.net”, perché è la mission del nostro andare per i territori. Ebbene, uno di questi luoghi è Colpaola, una tenuta ai piedi del Monte San Vicino che il protagonista del nostro servizio, l’imprenditore Francesco Porcarelli, percorreva “a piedi scalzi all’età di due anni”.

Colpaola è una tenuta particolare, apparteneva alla famiglia Boldrini di cui si ricorda l’economista e statistico Marcello, docente all’Università di Milano e Rettore all’Ateneo di Trento e che guidò l’Eni per un periodo breve dopo la tragica scomparsa di Enrico Mattei nell’incidente aereo di Bescapè. Boldrini era sodale del Padre dell’Eni dagli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale ed uno degli economisti del “manifesto di Camaldoli”.

Riprendendo la nostra storia, dobbiamo dire che il nonno di Francesco e poi il padre Piero, alla fine degli anni Settanta, prendono in affitto la tenuta per condurla ed è naturale, con la decisione dei Boldrini di vendere, che Francesco e la moglie Stefania, decidono di acquistarla. Francesco è a capo della Corimac Srl e della www.imholding.it , operatore leader da oltre quaranta anni nell’attività di acquisto e vendita di beni mobili nonchè di intere aziende nei più svariati settori.

Francesco, per sviluppare la tua impresa hai lavorato in Europa, negli Stati Uniti ed in molte città. Poi anche tu hai sentito il richiamo della tua terra.

“La bellezza dei luoghi ed in particolare di questo entroterra dalla costa di Senigallia fino a qui. Sono molti i manager e imprenditori che fanno parte del club Matelica came-back. In fondo anche io appartengo a quanti hanno sperimentato un modo di vivere glocal. Per un lungo periodo ho fatto esperienze in molti Paesi, ma poi sono tornato perché voglio vivere nella mia terra. Qui non c’è l’aggressività che ho visto in altri  luoghi. Devi magari convivere con qualche cinghiale, qualche istrice, qualche tasso, ma poi c’è un ambiente meraviglioso. Qui si vive bene, anche se ci dovremmo impegnare a difendere i nostri territori. La mia famiglia è protagonista di diverse iniziative per la valorizzazione del territorio di cui la ristrutturazione di Colpaola rappresenta soltanto una parte.

L’arte e la cultura è una componente dello stile di vita italiano. Vivendo all’estero si avverte questo plus tutto italiano?

“Siamo immersi nella bellezza. Proprio quí nella nostra sede lavora una giovane restauratrice avendo bisogno di spazi per la sua attività. Posso toccare con mano che abbiamo un patrimonio artistico importante e diffuso tra città e borghi. Con l’amministrazione comunale abbiamo collaborato alla realizzazione di mostre con quadri importanti. E da noi spesso collabora Vittorio Sgarbi per mostre ed eventi”.

È diventato famoso il borgo di Braccano proprio grazie ai murales, un’iniziativa patrocinata da una professoressa di qui e che aveva rapporti con l’Università di Brera.

“Braccano è geograficamente vicina a Colpaola. Qui si è realizzato quanto penso sulla nostra terra: la bellezza dei luoghi ci fa tornare a vivere nelle Marche, ma noi ci dobbiamo impegnare a difendere il nostro territorio a renderlo migliore. Quello che oggi è un successo di pubblico con le sue opere a cielo aperto, prima era un semplice paese con pochi abitanti. Poi non dimentichiamo che a Matelica presso l’ex Ospedale San Sollecito c’è la Facoltà di Veterinaria che porta centinaia di studenti e interessi culturali. Quindi questo territorio è tutt’altro che rassegnato”.

In effetti non hai comprato l’azienda vinicola per realizzare profitti, vero?

“Sicuramente per questioni affettive e per creare un progetto per il territorio insieme a mia moglie Stefania. Lei del resto ha interrotto il suo cursus in banca per dedicarsi in maniera totale alla vocazione di vignaiuola. I clienti delle mie aziende che ci vengono a trovare da molte parti del mondo restano sempre attoniti di fronte a tanta bellezza. Una parte delle vigne “toccano” il cielo e sono protette da alcuni costoni della montagna che formano un microclima con forti escursioni termiche che ci danno un verdicchio unico. Se però la domanda è come si potrebbe rendere più economica la nostra impresa vinicola, dovrei dire che stimo gli imprenditori dell’Alto Adige. Da tempo realizzano una sorta di condivisione molto flessibile: nelle strutture comuni di produzione si possono conferire le uve o si possono utilizzare gli impianti mantenendo il proprio marchio. Sono stati capaci di realizzare una soluzione efficace e flessibile consentendo ai produttori varie opzioni. Da noi questo è più difficile perché siamo più individualisti”.

Che cosa consigli agli imprenditori che vorrebbero sviluppare nelle Marche invece che all’estero o anche a tanti manager marchigiani che sono in giro che vorrebbero tornare?

“Occorre fare le cose in maniera equilibrata. Ci sono investimenti troppo grandi che avranno difficoltà per i ritorni nel conto profitti e perdite con aziende che non riusciranno mai a toccare il break even point. Poi, quando l’imprenditore passerà la mano, a chi finiranno quelle aziende?  Per questo dico che, come si dice nelle Marche, bisogna fare il passo secondo la gamba”.

Oggi si può lavorare sul territorio, basta una connessione e si parla di smart working.

“Con la connessione si può sviluppare lo smart working. Sono già molti quelli che lasciano le grandi città per venire a lavorare in questa bellezza. Del resto basta allocare i servizi sul territorio iniziando dalla sanità e dalle infrastrutture viarie. Con la realizzazione della Quadrilatero raggiungere le autostrade e le grandi città ormai è facile. Questo anche per l’incoming, da noi vengono molti clienti stranieri, dal Giappone agli Stati Uniti”.

 

Abbiamo ancora bisogno delle filiere e di aziende che siano un riferimento per fornitori e sub-fornitori?

“Molto meno di prima. Tra le nostre aziende del gruppo abbiamo una società di circa 50 addetti che lavorano sul web e sulle banche dati ed i clienti sono grandi gruppi per cui si può lavorare a buoni livelli anche sul nostro territorio”.

Francesco un aneddoto che puoi raccontare nella tua esperienza da imprenditore

“Vivere in un luogo meraviglioso immerso nella bellezza. Nell’ambiente della mia infanzia, nei luoghi dove hanno vissuto i miei e dove ho le radici. Non ho mai abbandonato il mio territorio neanche quando stavo a Londra o a Dubai. Se provavo a dire da dove venivo, dovevo spiegarlo. Ma è la mia terra e qui voglio vivere”.

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