Da qualche tempo ho preso a considerare la zona del maceratese, non so perché.E così, dopo aver superato il sacro sito di Forano , di cui ho scritto qualche settimana fa, avrei voluto virare per Fiastra ma il caso, o le case, sono sempre loro ad ispirarmi, mi hanno dirottato verso Urbisaglia.
– Urbisaglia e’ bellissima – mi avvisa un mio amico. Eppure tante volte sono transitata da quelle parti: la provinciale è costeggiata da una grande area archeologica molto ben curata, con prati verdi e rovine coperte da tettoie in legno a proteggerle dalle insidie del tempo.
Tutto questo mi ha sempre ispirata ma mi trattenevo, chissà perché, dal sostarvi.
Il fatto è che mio padre mi aveva regalato un libro di archeologia che ero ancora bambina. Già usa a perdermi nei luoghi intrisi di storia, nella sua vita che non era la mia, densa di lavoro e poche attenzioni nei miei riguardi era d’ improvviso incappato nel mio sentire, in quel mio mood sognante a ritroso nel tempo. il titolo del libro era : Masada.
Non so se fossi più felice per il gesto inconsueto o per l’ argomento dei libri regalati , temi che variavano dagli Etruschi agli Egizi e ai Greci e altro ancora , fatto sta che cominciai a sfogliare uno di questi che era il più grande e così pieno di fotografie che già ero volata per la tangente senza mai guardare l’orologio: tutta notte me ne stetti a leggerlo. L’ autore tra l’ altro si chiamava Yigael Yaedin , un archeologo israeliano, e anche questo sapeva di esotico.
Mi ero stesa sul letto e lasciata assorbire dalle immagini : persone che scavavano , sotto un sole cocente , uomini e donne in costume a pulire cocci e piastrelle semicoperti di terra arida da deserto e mi piaceva l’ idea della cosa, quell’ universalità e quel senso di appartenenza al passato , di colpo ero fiondata nella terra che era stata di Cristo, con tutta quella luce e quella gente con le tuniche addosso come vedevo nei movies americani e ora capisco che era l’ altrove ad attrarmi, quel non presente specifico a farmi da cassa di risonanza.
Poi , cercando e studiando, insomma dandomi da fare per saperne qualcosa di più come facevo mio solito, avevo per caso scoperto che Masada , ubicata vicino al Mar Morto in Israele, era collegata in qualche modo con le mie di terre, perché il generale che l’ aveva sconfitta nella più grande battaglia della prima guerra giudaica, era nientemeno di Urbs Salvia, quel Lucio Flavio Silva Nonio Basso al comando della Legio X Fretensis – un esercito formato da cinquemila soldati – e finito da quelle parti per volere dell’imperatore Vespasiano, il quale successivamente l’aveva promosso governatore della Giudea come lo era stato Ponzio Pilato.
Quest’ idea che i Romani fossero dappertutto, che fossero poi così capaci di assorbire le culture e mescolarle, fino a farle proprie anche, mi aveva sempre immensamente attratto . La mia curiosità era finita lì però , nel senso che la vita poi mi aveva dirottato verso altri interessi, presa dall’ immanente non m’immergevo piu’ in luoghi che non mi appartenevano, anche se studiavo Lingue mi ero fatta pratica e la storia era diventata solo materia da portare come corso di studi all’ Università, seguendo pedissequamente i testi dei professori con zero curiosità e nessuna intenzione di farne cosa mia. Ad un certo punto, insomma, non riuscivo a capire in che modo la Storia in generale potesse davvero ancora riguardarmi , dato che dovevo pensare ad altro, immergermi in un futuro pieno di incognite, ad esempio , e non più usa ad addentrarmi nei meandri di una me che se ne stava un po’ per aria. E cosi , con forza e magari persino con violenza, ma in conclusione senza drammi ne’ prese di posizione, ho fatto in modo di cogliere ciò che mi è stato dato senza chiedere oltre ne’ pretendere , semplicemente perché non credevo che un’alternativa fosse possibile, nessuno mi aveva detto che la curiosità è l’anticamera del talento, e probabile mi sbagli persino ora mentre scrivo di questo, che cosa determina un talento: quand’è che Flavio Silva si sarà accorto che in vita poteva essere soltanto un generale e chissà che non si sia pentito visto come è finita?
Da qualche tempo, ho riaperto quel libro. Yigael Yadin è deceduto, come pure il grande Peter O’ Toole che aveva impersonato il generale romano in un serial tv statunitense negli anni Ottanta e io mi sono immersa, ancora una volta, nelle immagini che lo ritraevano nei suoi melmostosi occhi azzurri che erano stati di Lawrence d’ Arabia mentre fissava il deserto correndo in sella al suo cammello. Cerco bramosa quelle foto da militare romano, con la corazza in pelle impreziosita da intarsi di bronzo e mi figuro la scena mentre lo inquadrano esaltando il suo volto scavato e consunto, perfetto per impersonare un generale che deve affrontare dei fanatici Zeloti barricatisi con donne e bambini su una rocca ritenuta inespugnabile nientemeno che da Erode.
Osservo poi la tranquilla distesa del prato di Urbisaglia con i suoi chiari scuri delle colline e i verdi tiepidi, senza eros, delle chiome degli alberi e le sovrappongo alle rocce infuocate dal sole della Giudea , penso che quell’ energia sprigionante si ripercuota sugli animi dei suoi abitanti in conflitto perenne, oggi come allora. Mi viene in mente la Yourcenar e le sue “ Memorie” quando fa dire ad Adriano che il clima di quelle parti è semplicemente intollerabile e non solo per il caldo : certo, v’era qualche ebreo esente dal contagio zelota ma in definitiva dimenticavo che in quelle terre , tra il fanatismo e il buon senso, è raro che quest’ultimo prevalga.
Flavio Silva fece una strana fine , pare morì in circostanze misteriose , a soli 41 anni. Con la vittoria di Masada si era fatto dei nemici, primo fra tutti il nuovo imperatore Domiziano che gli decretò la damnatio memoriae, sorta di condanna all’oblio che di fatto annullava la sua carriera prestigiosa.
Noi marchigiani invece che non lo dimentichiamo possiamo andare a visitare lo splendido anfiteatro situato nella zona archeologica a valle che fece realizzare per la città che gli aveva dato i natali , poi già che ci siamo possiamo andare a fare un giro per il centro storico di Urbisaglia perchè davvero ne vale la pena dicono, infine come terza possibilità sostare alla vicina Abbazia di Fiastra e la sua splendida tenuta, stendendoci su un prato mentre mangiamo un gelato.
Insomma, per dirla nella lingua che fu’ dei nostri antenati : trahit sua quemque voluptas : ognuno sia attratto da ciò che più gli piace.